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Coppia – Litigare strategicamente

Tutto ciò che può fare molto bene, in una dose eccessiva, si trasforma in un veleno.

litigare donne

Ippocrate

Quando si fa terapia di coppia bisogna fare attenzione a quale tipologia abbiamo di fronte. In certi casi riappacificarle potrebbe essere controproducente, i litigi per alcune di esse sono il “motore”.

L’importante è litigare strategicamente:

  1. In generale sarebbe meglio non evitare i litigi; l’integrità di una coppia è minacciata più dall’indifferenza, la sua salute infatti si può misurare dal numero di conflitti affrontati e risolti. A volte si decide di non litigare per una passiva rassegnazione, perché non ci si sente in grado di affrontare la situazione, oppure a causa della pericolosissima tendenza ad accumulare rabbia dentro di sé, per poi magari finire per esplodere in malo modo. Se c’è un elefante al centro della stanza se ne deve parlare, non certo ignorarlo. L’indifferenza funziona sul breve periodo ma sul lungo risulta controproducente.
  2. Non si dovrebbe temere la sofferenza derivante dai litigi, (“la sofferenza ha il compito di risvegliarci” – J. Morrison), di farci comprendere cosa modificare, di renderci attivi e di non dare la relazione per scontata.
  3. Litigare sempre per la stessa cosa è improduttivo e genera noia. Questo può essere un campanello d’allarme per rivolgersi ad un professionista, soprattutto se il contenuto del litigio riguarda una tematica importante, come il rispetto reciproco, la sessualità o l’educazione dei figli.
  4. E’ importante concentrarsi sul presente e non sul passato; questo non si può più cambiare, servirebbe la macchina del tempo ma purtroppo non esiste… Rivangare il passato può essere solo fonte di malumori; la nostra memoria ci dice tante bugie, quindi entrambi avremo addirittura ricordi diversi dell’esperienza e questo potrà generare ulteriori problemi.
  5. Non litigate mai in camera da letto. Questa deve rimanere un luogo dedicato al piacere ed al riposo; se il litigio inizia lì, imponetevi di cambiare stanza. Cambiando scenario si potrebbero anche modificare le dinamiche del litigio stesso, ma non vi anticipo nulla… lo scoprirete da soli.
  6. Se vogliamo ottenere qualche beneficio da un litigio è molto importante cercare di non urlare; in ogni tipo di “comunicazione” è molto importante il “modo” in cui si dicono le cose, più del contenuto. Esacerbando i toni l’altra persona può chiudersi e se ciò avviene poco conta che ciò che stiamo dicendo è vero, non lo ammetterà mai.
  7. Se possibile alla fine di una discussione, calmati gli animi, fate qualcosa di piacevole insieme. Questo creerà le condizioni affinchè la litigata sia percepita come una parentesi più o meno positiva ma che non definisce di per sè il rapporto.

uomini che litigani

 

 

Couple – Arguing strategically

In couples’ therapy, you have to pay attention to what type of couple you are dealing with. In some cases, making peace between them could be counterproductive, for some of them quarrels are the “engine”.

The important thing is to argue strategically:

In general, it would be better not to avoid quarrels; the integrity of a couple is threatened more by indifference. In fact, their health can be measured by the number of conflicts faced and resolved. Sometimes you decide not to fight because of a passive resignation, because you don’t feel able to face the situation, or because of the very dangerous tendency to accumulate anger within yourself, and then maybe you end up exploding in a bad way. If there is an elephant in the center of the room, we must talk about it, certainly not ignore it. Indifference works in the short term, but in the long run it is counterproductive.

We should not fear the suffering deriving from quarrels (“suffering has the task of awakening us” – J. Morrison), to make us understand what to change, to make us active and not to take the relationship for granted.

Always arguing about the same thing is unproductive and generates boredom. This can be a wake-up call to contact a professional, especially if the content of the quarrel concerns an important issue, such as mutual respect, sexuality or the education of children.

It is important to focus on the present and not on the past; this can no longer be changed, a time machine would be needed but unfortunately it does not exist… Reviving the past can only be a source of discontent; our memory tells us so many lies, so both of us will even have different memories of the experience and this may generate further problems.

Never fight in the bedroom. This must remain a place dedicated to pleasure and rest; if the fight starts there, force yourself to change rooms. Changing the scenario could also change the dynamics of the quarrel itself, but I don’t anticipate anything … you will find out for yourself.

If we want to get some benefit from a fight it is very important to try not to scream; in every type of “communication” the “way” in which things are said is very important, more than the content. By exacerbating the tones, the other person can withdraw and if this happens it does not matter that what we are saying is true, she will never admit it.

If possible, at the end of an argument, calm down, do something pleasant together. This will create the conditions for the quarrel to be perceived as a more or less positive parenthesis but which does not in itself define the relationship.

“Anything that can do very well, in an overdose, turns into a poison” – Hippocrates

Arrabbiati che ti passa

Arrabbiati che ti passa…

La rabbia può essere propulsiva o distruttiva; vediamo insieme quando ci aiuta e quando invece dobbiamo farci aiutare.

RABBIA COME MOTORE: 1) Dopo il primo periodo di sconforto, una grande delusione d’amore può averci portato a prenderci cura di noi guidati da uno spirito di rivalsa –“Mi vedrà, sarò bellissimo/a e si mangerà le mani!”.

2) Un professore che non credeva in noi, può averci spronato a fare di più per sfida, tanto che alla fine siamo giunti a traguardi impensabili, anche da noi stessi.

3) Possiamo aver deciso di praticare un’Arte Marziale per imparare a difenderci dai bulli, scoprendo poi una grande passione per questa disciplina, che ci accompagnerà per tutta la vita.

4) Trovandoci in una situazione che nuoceva alla nostra autostima, perché non venivamo considerati, o venivamo feriti moralmente o fisicamente, possiamo aver deciso di andarcene.

RABBIA COME LIMITE: 1) Se siamo ossessionati da un qualcosa che in passato doveva andare in un altro modo e che percepiamo come una ingiustizia (un licenziamento, una bocciatura, un lutto..), tanto da far si che ci sia difficile anche solo immaginare di costruirci un futuro.

2) Se “odiamo” qualcuno, o qualcosa nel nostro presente a tal punto da faticare a pensare ad altro, tanto da sviluppare disturbi psicosomatici, faticando a mantenere un atteggiamento socialmente accettabile (insultare, essere aggressivi fisicamente), tediando amici e conoscenti con le nostre lamentele.

COME USCIRNE

L’immagine più utilizzata dalla terapia strategica in caso di rabbia (se questa limita la persona) è : “Essere arrabbiati è come bere un veleno e sperare che muoia il nostro nemico”; troppa rabbia avvelena, per superarla è importante farla defluire, magari scrivendola, oppure praticando attività fisica, non necessariamente intensa, è più importante che sia regolare e se possibile non troppo breve (compatibilmente col proprio stato di salute). E’ importante ammetterla a noi stessi per gestirla, negarla non servirebbe.

CAMPANELLI DI ALLARME (ovvero quando rivolgersi ad un esperto)

  • Se sentite che potreste “agire” la rabbia, aggredendo verbalmente o fisicamente qualcuno; o lo avete già fatto.
  • Se i cari si stanno allontanando perché non vogliono più ascoltare le vostre lamentele, o non vi sentite capiti (minimizzano, alimentano la rabbia spalleggiandovi fin troppo).
  • Se un contesto (lavoro, famiglia, sport), vi sembra ostile, tanto da non sopportare più di starci.
  • Se la vostra mente è rapita dalla rabbia tanto da non riuscire a concentrarsi su altro (traguardi minimi o importanti).

 

Rage away…

Anger can be propulsive or destructive. Let’s see when it helps us and when we have to get help.

Anger as an engine

  • After a first period of despair, a great disappointment of love may have led us to take care of ourselves guided by a spirit of revenge – “He will see me, I will be beautiful and he will eat his hands!”.
  • A professor who did not believe in us may have encouraged us to do more as a challenge, so much so that in the end we reached unthinkable goals, even by ourselves.
  • We may have decided to practice a martial art to learn how to defend ourselves from bullies, then discovering a great passion for this discipline, which will accompany us throughout our life.
  • Finding ourselves in a situation that harmed our self-esteem, because we were not considered, or were morally or physically hurt, we may have decided to leave.

Anger as a limit

  • If we are obsessed with something that did not go our way in the past, and that we perceive as an injustice (a dismissal, a rejection, a bereavement …), so much so that it is difficult for us even just imagine building a future.
  • If we “hate” someone, or something in our present to such an extent that we struggle to think of something else, so much so that we develop psychosomatic disorders, struggle to maintain a socially acceptable attitude (insult, be physically aggressive), bore friends and acquaintances with our complaints.

How to get out

The image most used by brief strategic therapy in case of anger (if this limits the person) is: “Being angry is like drinking poison and hoping our enemy will die”. Too much anger poisons, to overcome it you have to drain it, perhaps by writing it, or by practicing physical activity, not necessarily intense, it is more important that it is regular and if possible, not too short (compatibly with one’s health). It is important to admit it to ourselves in order to manage it, denying it would not help.

Alarm bells (i.e. When to contact an expert)

If you feel that you may “act out” in anger, verbally or physically assaulting someone; or you have already done so.

If loved ones are moving away because they no longer want to listen to your complaints, or you don’t feel understood (they minimize, feed the anger by supporting you too much).

If a context (work, family, sport) seems hostile to you, so much so that you can no longer bear to be there.

If your mind is so enraptured that you can’t focus on anything else (minimum or important goals).